Verso un femminile da rivalorizzare diversamente

Persia/Iran, giardino interno del palazzo di Muyassàr


Brutus scoppia in una serie di risate forzate, dando una pacca sulla spalla del sultano, nella speranza di fargli cambiare umore, ma il tipo di sguardo che Muyassàr trasmette, nell'alzare la testa verso il suo consigliere, induce l'omone barbuto a togliere la mano dalla spalla del sultano, come se la stesse ritirando dalla gabbia di un leone inferocito che sta per azzannare un fastidioso "nemico".

"Ehm...maestà. Con tutto il rispetto ma, quello sguardo non é che sia molto rassicurante. Non le si addice maestà, così sempre signorile, regale e..."

"Ed é ora che tu la smetta di cercare di addolcirmi la pillola, con queste giocose modalità, Butrus!"

Muyassàr interrompe severamente l'uomo che ha cercato di calmare il sultano, tentando di ammorbidire il suo umore, per non aver ancora ricevuto notizie riguardo il ritrovamento di Raja. Butrus unisce i palmi delle mani simulando una preghiera, facendo un lieve inchino al sultano per manifestargli delle sincere scuse.

"Perdoni la mia insistente modalità per alleggerire la sua mattinata, maestà, ma mi conosce, e sa benissimo quanto sia importante il mio ruolo, qui a palazzo, anche per aiutarla a rilassarsi. In questo momento mi sembra piuttosto teso e nervoso maestà, e non siamo nemmeno a metà mattinata. Può negarlo forse?"

La furba domanda di Butrus,  ammorbidisce lo sguardo di Muyassàr che, poi si dirige verso una vetrina costruita con un prestigioso e colorato vetro, prendendo dal suo interno una caraffa e, versandone il contenuto in un'arabica tazza dorata. Butrus segue i movimenti del sultano con attento sguardo, per poi avvicinarsi a Muyassàr che, inizia a sorseggiare la bevanda versata nella tazza.

"Che cosa posso fare per lei, maestà? Come posso aiutarla nell'attesa di questa estenuante ricerca? Ogni suo desiderio sarà egregiamente realizzato. Vuole della musica? Delle danzatrici? Una nuotata? Un massaggio? Uno spettacolo teatrale? Non deve far altro che chiedere, e con un mio schiocco di dita, farò provvedere a..."

"Butrus. Hai mai provato quell'ebrezza, di quando il tempo si ferma nel solo guardare gli occhi di una donna, avvertendo l'ardente sensazione, di appartenere all'anima di quegli occhi, Butrus?"

Muyassàr interrompe il consigliere, con quell'improvvisa domanda, fissando con intenso sguardo un punto indefinito della stanza, trattenendo tra le mani la pregiata tazza. Butrus sospira sconsolato, lasciando ricadere le grosse spalle con rassegnazione, capendo che nulla avrebbe potuto andare a sostituire i pensieri di Muyassàr, da quelli per Raja.

"No maestà. Ma da come parla, immagino che questo sia accaduto con Raja."

Butrus cerca di far sentire il sultano compreso in quel tipo di dolore, che sembra divorarlo in ossessiva e insopportabile maniera.

"Non c'é niente di più che, vorrei. Rinuncerei anche all'intero palazzo e all'impero che ho edificato, per poterla riavere qui."

Le parole del sultano danno maggior conferma a Butrus, di quanto Muyassàr sia preso dalla persiana, ma al tempo stesso, il consigliere si allarma nel sentire simili affermazioni.

"Maestà, non parlerà sul ser...non avrà sbattuto la tes...cioè, ehm, maestà, non crederà che sia necessario perdere tutto quello che ha costruito in questi anni, dopo un così intenso e prezioso lavoro? Maestà, sarà possibile mantenere tutto questo, e anzi perfino regalarlo, se vorrà, alla stessa Raja, non appena verrà ritrovata. Ma non c'é mica bisogno di dover rinunciare a tutto, non crede?!"

Butrus cerca di far rinsavire la mente persa del sultano, che sta inaspettatamente dimostrando quanto Muyassàr sarebbe ora disposto a fare o, di "perdere", pur di riavere Raja. Tale affermazione però, ha fatto allarmare perfino Butrus, che ha sempre visto il sultano concentrato solo sugli affari di palazzo, oltre che agli apprezzamenti verso l'universo femminile, nelle sue più danzanti espressioni.

"Maestà, se mi permetto. Non basterà né prendere, né perdere tutto l'oro del mondo, per poter avere, ehm, il cuore di...una persona. Inoltre..."

"Stai forse insinuando che lei non possa apprezzare o amare me?? Soprattutto con quello che posso darle!"

E' la brusca e adirata risposta del sultano che, si volta verso Butrus come se il consigliere, avesse pronunciato chissà quale bestemmia verso Allah o qualunque altro nome di sacra divinità.

"Ehm, no no! Non mi permetterei mai maestà, non intendevo dire questo. Intendevo dire semplicemente che..."

"Che cosa, Butrus! Che cosa volevi allora intendere?!"

Butrus si zittisce, nel non sapere come continuare la frase, per non scavarsi ancora maggiormente la fossa della tomba da solo.

"Tu non sai quello che c'è stato e che, ancora ci sarebbe fra noi. Quella magia fuori dal tempo..."

Muyassàr inizia a camminare con uno sguardo che sembra rituffarsi in intime immagini del passato condivise con Raja, come se avesse dimenticato il motivo per cui Raja era fuggita da palazzo.

"Magia fuori dal tempo? Oh, beh, ecco...non credo di poter capire esattamente che cosa intende maestà. La magia per me é tutt'altra questione, e..."

"Il profumo della sua pelle...così setosa..."

Inizia a raccontare Muyassàr, "partendo" nella contemplazione e nella comunicazione di intime immagini che lo rincorrono attraverso la mente, portando a far imbarazzare il povero Butrus.

"Ehm, maestà. Non c'é bisogno che..."

"Le sue labbra..."

Sussurra Muyassàr con tono suadente e "perso", come se fosse finito in qualche spazio senza tempo, a tal punto da non riuscire nemmeno più a sentire la voce di Butrus.

"Maestà? E' ancora con me? Maestà!"

Butrus sventola la sua grossa mano, abbellita da grossi e pregiati anelli, piazzandola davanti agli occhi del sultano che, sembra realmente incantato, a tal punto da non accorgersi nemmeno dell'ingresso di Teo, lo scriba di palazzo.

"Maestà! Un solo minuto di attenzione se può!"

Un anziano uomo sulla cui sommità della testa, é avvolta una preziosa benda verde, adornata da una pietra preziosa incastonata nel tessuto, e collocata al centro della fronte. Lo scriba segretario, appare sulla soglia della porta, alzando l'indice di una mano, per marcare il messaggio di aver bisogno dell'attenzione del sultano. Muyassàr si volta verso lo scriba che, avvolge e mantiene con un braccio, una serie di dorate pergamene. Il sultano capisce all'istante la motivazione di quella visita.

"Non ora, Teo."

"Maestà! Sono cose importanti. Non possiamo trascurare anche la parte burocratica. Deve fare delle firme su quattro documenti, e rivedere alcuni punti del contratto con il governatore di..."

Muyuassàr alza una mano, zittendo all'istante l'anziano, facendolo restare con la bocca aperta per qualche attimo, prima di vedergliela richiudere. Muyassàr gli si avvicina.

"Quando chiedo una cosa, esigo che venga rispettata ed eseguita."

"Certo. Ma..."

Lo sguardo del sultano si alza severamente, e Teo riabbassa gli occhi zittendosi nuovamente. Muove poi frettolosi passi verso un tavolo, posando su esso le pergamene.

"Quando vuole maestà, ci sarebbero tutte queste delizie da firmare. Gliele lascio qui."

Teo abbandona le pergamene sul tavolo, sgattaiolando via dalla stanza sotto gli occhi di Muyassàr, e anche Butrus si allontana dalla stanza. Una volta rimasto solo, il sultano va ad accendere un incenso dalla fragranza di sandalo, lasciando che il fumo della profumazione, gli possa distendere la tensione che avverte nel corpo. Qualche istante dopo, Ayman, il messaggero di palazzo, si avvicina al sultano.

"Mi scusi maestà. Sono qui per informarla che hanno chiamato da Shangai, ma che per problemi del tempo atmosferico, la comunicazione é stata interrotta".

"Shangai?"

"Si maestà. Sembra che Cheng Yang volesse conferire con lei, per parlare delle ricerche di cui é stato incaricato per il ritrovamento di Raja."

"Continuate a richiamarlo fino a quando non sarà in grado di comunicare, e portatemi il telefono,  immediatamente qui."

"Si, maestà."

Ayman si allontana, e Muyassàr resta in attesa, per ricevere notizie riguardo le numerose e stancanti ricerche di Raja, che non gli stanno permettendo di passare una sola notte serena.

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