Tra libertà di scelta e riscatto del Valore Maschile e Femminile



Marocco, Moschea di Hassan II: sacro piazzale

Lo sguardo di Muyassàr si posa intensamente profondo su quello di Raja, dopo che entrambi si sono ricordati a vicenda, che cosa un "vero" Re e una "vera" Regina avrebbero dovuto comprendere e manifestare per il bene reciproco, anche se la richiesta che Raja pone al sultano, sta facendo letteralmente impazzire l'uomo di angoscia.

"Mi lascerai dunque libera? Smetterai di farmi seguire dagli uomini al tuo servizio?"

Gli richiede la donna guardandolo con occhi assertivi, anche se dentro di lei, il suo cuore vibra dal desiderio di tornare tra le braccia dell'uomo per poter rivivere l'Eden che, insieme i due avevano potuto assaporare in passato. Nonostante questo potente desiderio vibrante nel cuore, la donna si sente spinta ad agire diversamente, mossa da una grande forza che la "guida" per mantenere quella ferrea richiesta per qualcosa di evolutivo o "superiore", anche se dal punto di vista del sultano, la richiesta della donna non sembra veicolare affatto una forma di amore nei suoi confronti. Quale persona chiederebbe di essere lasciata libera di andarsene e di lasciare perfino una persona che si ama? D'altro canto, quale persona avrebbe potuto dimostrare di amare un'altra, permettendole di andarsene rischiando di non vederla mai più? Che cosa avrebbe dovuto essere considerato come vero amore o come vera dimostrazione di amore?

"Raja... ciò che mi stai comunicando di desiderare mi addolora. Dunque, i tuoi sentimenti per me, si sono davvero così annullati?"

Le chiede cercando di mascherare il suo terrore interiore.

"Nessun sentimento può essere annullato, semmai trasformato. Io ho dovuto farlo per non sopperire dal dolore di aver perso l'uomo che più di ogni altro, mi ha delusa e mentito su qualcosa che per me era moralmente importante sapere."

"Non ti ho mentito. Mai. Ho solo omesso di dirti che…"

"E credi che omettere non possa essere considerata una subdola maschera, usata per nascondere la visione di una scomoda realtà o situazione? Hai omesso delle informazioni sul tipo di affari che portavi avanti, perché sapevi che non le avrei accettate e accolte! Che cosa pensavi di fare? Continuare ad oscurare per tutta la vita, quel tipo di mondo in cui eri e in cui sei sicuramente ancora coinvolto? Pensavi che me l'avresti detto solo dopo essere diventata la tua sposa, confidando sul fatto che una volta diventata la moglie di un sultano, avrei dovuto farmi piacere e accettare qualunque cosa?? Mai! Piuttosto libera vagabonda in mezzo al deserto senza cibo e acqua che, schiava obbediente di regole e ordini patriarcali di insulto alla libertà del femminile!"

In quel momento, Raja affronta per la prima volta il sultano e quindi un uomo, come mai prima aveva osato fare, mossa dal bisogno di riscattare un femminile costretto al volere maschile, tramandato da troppe epoche e generazioni.

"Che cosa ti ha fatto credere che io avessi potuto attuare un simile meschino piano, nei confronti di una donna e, soprattutto tuoi! Non desideravo altro che averti accanto a me come Regina e darti ancora più di quello che ti stavo già dando. Volevo che l'intero mondo sapesse e vedesse l'esistenza della Dea! Volevo che tutti sapessero che quella meravigliosa dea, era la mia dea, che stava accanto a me e, come l'altra metà del mio stesso Respiro."

Raja sente un nodo in gola di dolore, all'idea di aver così tremendamente sbagliato a giudicare quell'uomo, solo perché condizionata da tutti quei maschili che avevano agito per limitare il femminile. In un certo qual modo, è come se Raja si fosse accollata tutte le sofferenze di tutti i femminili che per lunghe epoche erano state soggiogate in varie forme, da un distorto maschile patriarcale, nonostante lei non le avesse vissute di persona, o se non altro, non nell'attuale vita. Nonostante Raja sappia che, il sultano avrebbe potuto perfettamente recitare una grande e falsa parte poetica, pur di riconquistarla, le parole di Muyassàr arrivano dritte al cuore della donna, facendolo vibrare di emozione profonda, come se le parole del sultano, stessero avvolgendo e accarezzando di Verità il cuore di Raja. Le parole dell'uomo sembrano così surreali per la loro troppa bellezza che, una parte interiore di Raja auto-convince la donna, facendole credere che l'uomo stia mentendo.

"Non ti avrei mai obbligata a nulla, soprattutto diventando la mia sposa."

Aggiunge l'uomo mentre Raja cerca disperatamente di riuscire a credergli.

"Quindi, meglio obbligarmi a restare nel tuo palazzo per paura di perdermi? Tutto questo a causa del tuo timore di non riuscire ad arrivare a quel cerimoniale, giusto?!"

Gli risponde rinfacciandogli alcune delle azioni che l'uomo aveva attuato in passato, in particolar modo quelle attraverso le quali, il sultano aveva cercato di impedirle di uscire dal palazzo, soprattutto quando lei aveva scoperto l'esistenza di certi tipi di affari che stavano avvenendo attraverso il palazzo reale di Muyassàr.

"Raja, io stavo impazzendo dal timore di perderti, questo lo ammetto. La paura di perderti, mi aveva annebbiato la ragione e la lucidità, ma non ho mai agito con l'intenzione di mentirti per qualche subdolo piano e, per lo scopo di costringerti a stare con me per sempre. Sapevo che parlarti di quegli affari, ti avrebbe fatto credere di avere accanto un uomo con bassi valori, e…"

"E non è forse quello che ne è in ogni caso saltato fuori? Che razza di uomo porta avanti simili traffici? Per vivere in un lussuoso palazzo? Per farti servire e riverire in tutto e per tutto? Per permetterti di ammaliare i tuoi occhi nel vedere tante danzatrici ballare solo per te??"

L'interrompe lei con rinnovata sofferenza. Nel sentire tali offese al suo maschile, è poi Muyassàr ad esplodere nella rabbia.

"Mi hai mai chiesto per quale motivo avessi portato avanti quegli affari?!"

Mosso dal dolore per non essere stato visto da Raja, in alcuni aspetti del suo maschile ben più profondi, Muyassàr non riesce più ad essere comprensivo, soprattutto nel non vedere lei indulgente in nulla ma, solo capace di accusarlo, come a volergli inconsciamente far scontare anche tutto quello che altri maschili, avevano commesso di negativo nei confronti della donna.

"Non me l'hai mai chiesto. Mai."

Ora lo sguardo dell'uomo si oscura, come se dentro di lui, stesse vivendo un condizionamento segreto di tale potere, da non aver potuto rivelarlo a nessuno. Raja abbassa qualche istante lo sguardo, ricordandosi che, anche Zuri le aveva posto quella domanda, chiedendole se lei avesse mai chiesto al sultano, il perché di certi loschi affari.

"Avevo… paura."

E' la breve ma semplicissima risposta della donna che, pronuncia quelle vulnerabili parole abbassando maggiormente lo sguardo, portando la rabbia del sultano a ridimensionarsi quasi istantaneamente, non sopportando vedere la donna così fragile e sofferente.

"Che cosa temevi, mio diamante?"

Le chiede con voce morbida e carezzevole, come se il vedere la sofferenza di Raja, avesse riattivato il suo maschile interiore più sensibile e, pronto a difendere il femminile da qualcosa che le stia facendo male.

"Paura di ricevere conferma di quello che non avrei voluto sentire: saperti impegnato e coinvolto a portare avanti traffici illeciti, con quella banda di criminali. Ho preferito arrabbiarmi e allontanarti da me restando nel dubbio, piuttosto che morire dal dolore, all'idea di sapere che anche tu eri un criminale. Ancora non riesco a capire come un uomo, così sensibile e capace di far sentire le donne così preziose, possa essere coinvolto in simili operazioni."

Raja rialza lentamente lo sguardo verso il sultano che, finalmente le si avvicina arrivando a pochi centimetri da lei.

"Se solo fossimo riusciti a comunicare le nostre più profonde paure, forse queste distorte credenze ed incomprensioni, non sarebbero mai esistite e, saremmo ancora a vivere il nostro Eden. Insieme."

Le dice avvicinando lentamente una mano al viso di lei, ma prima che l'uomo possa sfiorarle la setosa pelle, la donna si scosta a causa dell'arrivo di un'altra sua energia di paura: quella di ricadere al caldo carisma di lui e, di rischiare di smettere di essere libera. Muyassàr abbassa la mano con la morte nel cuore, sentendosi ancora una volta rifiutato anche per un semplicissimo tentativo di contatto così affettuoso e amorevole.

"Sono stato così tanto orribile con te, Raja, per meritare tale disprezzo e allontanamento? E' dunque la libertà dalla mia presenza ciò che desideri, per poter vivere bene? Magari con lui."

Muyassàr alza un braccio con innata eleganza, nonostante stia indicando la direzione in cui Zuri insieme a Butrus, sta aspettando che i due finiscano la delicata conversazione.

"Zuri non centra nulla, né con noi, né con la mia decisione di dare valore alle mie libertà di scelta. Quel ragazzo ha invece cercato di aiutarmi a tornare ad essere libera."

E' la ferma risposta della donna, nonostante le stia costando tantissimo parlare in quel modo al sultano e, nonostante lei conosca molto bene la gelosia dell'uomo. Raja però desidera anche attraversare il rischio e la paura di vedere Muyassàr riesplodere nella sua rabbia da gelosia e antico possesso.

"Zuri."

L'uomo ripete il nome del ragazzo, pronunciandolo con tono duro e altamente infastidito. Per quanto l'uomo si stia sentendo sopraffare dal dolore delle parole pronunciate dalla donna e, nel vedere Raja irremovibile nella sua decisione di andarsene, ad un certo punto in Muyassàr scatta qualcosa di differente. L'uomo infatti si sta rendendo conto di essere finito in un ruolo come un mendicante che elemosina amore e riconoscimento di valore. Il modo inoltre in cui Raja lo sta facendo sentire in quel momento e, soprattutto dopo i vari tentativi dell'uomo di trovare un punto di incontro con la donna, porta il sultano a reagire in maniera diversa.

"Se è questo ciò che vuoi, allora va'. Non avrai più dietro, uomini al mio servizio incaricati di seguirti, trovarti e riportarti a palazzo. Avrei voluto farti salire su quell'elicottero e tornare a palazzo insieme a te, per sistemare quello che non siamo stati capaci di capire reciprocamente fino ad ora. Ma se la tua libertà dalla mia presenza è maggiormente importante, non farò più nulla che possa offendere il tuo libero femminile, ma nemmeno che io possa continuare a permettere a te, di sminuire il mio valore come uomo."

Le parole di Muyassàr scatenano in Raja qualcosa di dolorosamente scardinante e, se da una parte lo sguardo della donna esprime sollievo all'idea di poter finalmente smettere di nascondersi per fuggire da lui, dall'altra parte, l'idea di non rivedere mai più Muyassàr le fa provare come se fosse stata lei stessa, a far sbriciolare nella distruzione il proprio Eden di appartenenza.

"Addio, mio fiore."

Le sussurra con sguardo duro ma al tempo stesso carico di sentimento. I loro sguardi si toccano come se stessero vivendo la discesa nel loro più profondo inferno. Muyassàr le dà le spalle iniziando a camminare per allontanarsi lentamente verso l'elicottero, mentre le lacrime di Raja scendono copiose lungo i suoi zigomi, facendola sentire come se stesse sprofondando nel punto più basso della terra. La scena viene vista a distanza da Butrus che, immediatamente corre verso il sultano, capendo che qualcosa è andato storto. Zuri invece raggiunge Raja a passo svelto, trovando la donna in un devastante stato, nonostante sia riuscita ad ottenere quella tanto ambita forma di libertà ma che, in quel momento, la sta facendo sentire come se invece avesse imprigionato il suo cuore per non aver avuto il coraggio di seguirlo e dare maggior importanza al riscatto di una sua parte di femminile profondamente ferito. Raja ignora che invece, proprio quell'uomo avrebbe potuto contribuire ad aiutarla per guarire quel femminile, aprendosi ad un nuovo livello di fiducia e amore verso il maschile. Come fare per riuscirci? Avrebbe dovuto lasciar andare via quell'uomo o, essere lei ora, a rincorrerlo? Butrus inizia a correre per raggiungere il sultano e accertarsi che Muyassàr non abbia rovinato tutto ancora una volta, a causa dei suoi soliti schemi di gelosia e possesso.

"Maestà! Si fermi maestà non mi dica che sta per risalire su quell'elicottero senza di lei, dopo tutto quello che… "

Esclama il fidato consigliere, tra un respiro affannato e l'altro, prima di vedere Muyassàr risalire a bordo dell'elicottero. Il sultano però lo interrompe con brevi e rapidi parole.

"Per vivere un Eden, bisogna essere in due. Andiamocene."

"Andiamocene dove, maestà? Se fa ritorno a palazzo senza di lei, sarà come trasformare quell'edificio nel peggiore degli Inferi! Nel nome di Allah, maestà, non lo faccia! Mi spieghi perché non è riuscito a…"

Butrus non finisce in tempo la frase perché vede il sultano salire a bordo dell'elicottero senza degnarsi di ascoltare una sola parola. Il panciuto consigliere si gira quindi verso la zona del piazzale della moschea, dove Raja è stata raggiunta da Zuri. Il tutto viene osservato anche da un vittorioso sguardo di Masashi, il coreano che ha portato Raja all'incontro con Muyassàr. Lo sguardo dell'asiatico sembra trasmettere una misteriosa soddisfazione nel vedere che il sultano non sembrerebbe essere riuscito a riunirsi con la danzatrice. Qualcosa però inizia a turbare il soddisfatto sguardo del coreano, nel vedere che Butrus sta correndo verso Raja, probabilmente nel tentativo di fare in modo che la danzatrice e il sultano, possano riuscire a riunirsi attraverso qualche nuova modalità per l'intervento del fidato consigliere di palazzo. Masashi alza il viso, assumendo una postura di ferrea vigilanza, pronto ad intervenire nel caso qualcosa avesse rischiato di minare la riuscita di chissà quale affare segreto, in modo da impedire che Raja avesse potuto condizionare le future e fruttuose azioni del ricco ed esotico sultano.

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