Ribellione a false sacre scritture

Nevada, Monastero

Raja si trova nella vasta sala predisposta per la quotidiana lettura di "sacre scritture", attività che avviene puntualmente ogni giorno sempre alla stessa ora, e che viene presieduta dalla badessa Miranda. Tutte le monache sono sedute su panche di antico legno scuro, disposte ordinatamente su due file della spaziosa sala, permettendo di ascoltare comodamente la badessa che, sta parlando in piedi al centro della stanza, dietro un altare posizionato su una zona un po' più elevata rispetto al pavimento.

"Il sesto comandamento ci ordina di esercitare la virtù della castità, ricordando che, anche se talvolta è difficile, è pur sempre possibile attuarla con l'aiuto di Dio, e ci ordina di essere santi nel corpo, portando il massimo rispetto alla propria e all'altrui persona. Questa è la volontà di Dio, e la vostra santificazione prevede che: vi asteniate dalla impudicizia, e che ciascuna di voi, sappia mantenere il proprio corpo con santità e rispetto, non quindi come oggetto di passione e libidine. Dio non ci ha chiamato all'impurità, ma alla santificazione. Perciò, chi disprezza queste norme, non disprezza un uomo, ma Dio stesso, che vi dona il suo Santo Spirito."

Raja ascolta inorridita le parole della badessa che, con fierezza e orgoglio, legge quelle scritture dal suo sopraelevato podio, ma più Raja ascolta quelle parole, più il suo corpo continua a irrigidirsi e a "chiudersi", facendole abbassare anche la testa. Le mani di Raja, nascoste dentro le maniche della tunica, si cercano in un contatto più intenso e nervoso, attorcigliandosi fra di loro, come se la donna stesse lottando contro le sensazioni del suo corpo che, invece, sembra volerle comunicare un messaggio completamente diverso, rispetto al tipo di messaggi comunicati dalla badessa. Il corpo di Raja è vivo, tremendamente vivo, e comunica potentemente, nonostante sia rivestito e coperto da quella formale e per niente femminile tunica nera e bianca.

"Se siete qui, mie care, tutto questo é condiviso, e deve essere rispettato per evitare di finire nel peccato."

Continua a spiegare la badessa, andando a concludere le letture chiudendo il libro, per poi perlustrare con lo sguardo tutta la sala e le monache che stanno in religioso silenzio con la testa alta, esibendo delle espressioni che trasmettono attenzione e devozione. Tutte, eccetto però una di loro.

"Raja. Mi sembri turbata."

La voce della badessa, porta Raja ad alzare la testa velocemente, come se fosse stata puntata con il dito per qualcosa di indecoroso davanti a tutte le monache, e tutto per non aver nemmeno detto o fatto qualcosa.

"C'é qualcosa che ti turba di queste scritture?"

Le chiede quindi la badessa con aria indagatoria, appoggiando le mani sull'altare a cui si avvicina.

"Io...Stavo pensando ad una domanda. Ma dubito che mi sia lecito esporla."

"Esponila pure, Raja. Se serve per farti togliere dei dubbi, sono qui per aiutarti a dissiparli."

Dopo la risposta della badessa, Raja si accinge a formulare la sua domanda.

"Essere santi nel corpo, significherebbe quindi evitare di deliziarsi del piacere che, Dio stesso ci ha donato?"

La badessa diventa quasi paonazza, mentre un vocìo generale echeggia nella sala con mormorii e bisbigli, provenienti dalle bocche delle altre monache, visibilmente imbarazzate. La badessa Miranda zittisce subito le monache per riportare l'atmosfera ad un certo "ordine".

"Le tue domande e i tuoi dubbi Raja, sono sempre particolarmente critici e provocatori. Sei qui con noi, accettando di servire il divino secondo le leggi delle "sacre scritture", ma sembri ancora piena di interrogativi."

"E lei ha una risposta per me, a questo critico interrogativo, badessa?"

Raja mantiene il viso alto, guardando la badessa dritta negli occhi, anche se a distanza.

"Dio ha creato l'uomo e la donna puri. E' sacrilegio sporcarli con atti indegni."

" Perché un Dio ci avrebbe dato il dono di provare piacere, se non avremmo dovuto o potuto usarlo o viverlo? Tanto valeva crearci senza questo pudico regalo."

Esclamazioni ancora più forti che comunicano ulteriore stupore e imbarazzo, echeggiano nella sala sotto gli occhi sempre più preoccupati della badessa, dopo le successive e nuovamente azzardate affermazioni di Raja.

" E' inaudibile una simile cosa, Raja! Le "sacre scritture" parlano chiaro: é il volere di Dio, ed é da accettare."

Esclama la badessa alzando la voce per poter essere maggiormente assertiva.

"Chi ha scritto quel libro? Dio? Dio é sceso sulla terra scrivendo tutto questo, per darci infinite regole, tra l'altro, tutte diverse l'una dall'altra, di religione in religione? Qual é la vera penna che ha scritto la verità, o quella della più giusta religione? Quale persona umana potrebbe avere un così grande potere di conoscenza, nel sapere con assoluta certezza, quale possa essere la verità divina?"

Le monache si girano bisbigliando e vociferando esclamazioni esprimenti imbarazzo e vergogna. La badessa invece si ammutolisce ancora di più, diventando maggiormente ostile nell'espressione, mentre continua a soffermare gli occhi su Raja.

" Silenzio! Tu invece, Raja, farai un'altra punizione per questo tuo modo di obiettare e ribellarti alle "sacre scritture". I dubbi a interrogativi si possono dissolvere, ma tu stai disonorando le "sacre scritture". Chiederai scusa a tutte noi, e a Dio."

Raja si alza.

"Io non devo proprio chiedere scusa a nessuno per aver espresso dei miei dubbi su tutto quello che viene spacciato per universale verità!"

E' l'ulteriore e istintiva affermazione di Raja che, velocemente esce dalla sala sotto gli occhi ancora più increduli della badessa che, mai fino a quel giorno, aveva assistito ad un così irrispettoso allontanamento da parte di una monaca, nel bel mezzo di una "sacra" lettura.

" Raja! Torna subito indietro, e non peggiorare la tua condotta!"

Raja esce dalla sala tornando nella sua camera, sedendosi sul letto, e prendendosi il volto tra le mani, sentendosi sempre più in difficoltà e a disagio, in quel ferreo e ambiguo ordine monasteriale. Come avrebbe potuto uscire da una simile situazione e ambiente? Come avrebbe fatto per poter correre verso una vita libera, e all'insegna della più alta e altrettanto libera manifestazione di se stessa, senza dover correre il rischio di essere perseguitata o giudicata, per i suoi pensieri o per le sue azioni? Ma soprattutto, dove avrebbe potuto andare, per evitare di essere ritrovata da qualcuno da cui sta fuggendo in continuazione, nonostante questo qualcuno, le abbia fatto provare le più celestiali emozioni, e la possibilità di poter vivere il suo più magico e danzante sogno? Possibile che paradossalmente, Raja fosse fuggita da qualcosa che aveva in realtà sognato e immaginato di poter vivere, fin da quando era bambina, ma che per il modo in cui le era arrivata la manifestazione di quel meraviglioso sogno, si era sentita "costretta" a doversene separare? Qual é la lezione che Raja non sente ancora di aver compreso, e che la rincorre ovunque lei vada?

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