Libertà da voti e promesse

Nevada, Monastero

Raja é seduta su una panca di legno collocata all'interno di una stanza del monastero, davanti ad una grande statua religiosa, fissando la rappresentazione della scultura in legno antico, come se stesse cercando di capire il senso della motivazione per la quale si stia trovando a dover contemplare quell'oggetto. La donna infatti, è stata condotta in quella stanza, per poter essere "accompagnata" alla contemplazione di quella statua, con lo scopo di far avviare una specie di terapia o di rito "purificatore".  Questo perché, secondo la badessa e il tipo di credo religioso predicato in quel monastero, tale rito di "osservazione", avrebbe attivato una sorta di "purificazione" per indurre Raja a rimediare al tipo di condotta che, soprattutto nelle ultime ore, la falsa monaca aveva adottato, solo per aver espresso le sue diverse e personali opinioni, riguardanti diverse tematiche religioso/spirituali, e che la donna non aveva sentito risuonanti con i dogmi professati in quel luogo. Raja alza lo sguardo verso la statua che dovrebbe rappresentare il Dio narrato e descritto dall'ordine monasteriale in cui si é rifugiata, ma con la mente, la donna é completamente assente. Quella statua infatti, non solo non le sta trasmettendo qualcosa di luminosamente positivo, ma non le sta nemmeno permettendo di sentirsi meglio o, "purificata" da chissà quale peccato. Oltre a questo, il tipo di preghiera che le é stato ordinato di recitare, attraverso parole che amplificano un senso di colpa, nel suo profondo, Raja non le sente veritiere, e soprattutto non le trasmettono sensazioni di pace o di un eventuale perdono divino. Che tipo di valore dunque, potrebbe avere una preghiera, venendo recitata senza credere al significato delle parole pronunciate? Per Raja infatti, nulla di quello che si afferma o si decreta, avrebbe il potere di funzionare se non é autenticamente sentito nel profondo del cuore, eppure il credo di quell'ordine monastico, come probabilmente quello di molti altri ordini religiosi esistenti, non sembrerebbero tener conto di ciò che sente e comunica il cuore, e Raja ne é altamente perplessa. Per altre persone invece, sembrerebbe essere sufficiente il solo pronunciare delle semplici e banali parole, per potersi illusoriamente convincere di poterle far avverare. Per Raja invece, ciò a cui non si crede nel profondo, non é destinato a manifestarsi. Nonostante tale credenza, la donna é anche consapevole di aver forse perso, quella magia che un tempo aveva vissuto realmente, nel solo immaginare di realizzare i sogni del suo cuore. Nel posto in cui si trova però, Raja ha delle grosse difficoltà nel recuperare quel tipo di magia che, per un breve periodo della sua vita, era riuscita a sperimentare e vivere, proprio insieme a quel qualcuno dal quale è fuggita, finendo per rifugiarsi nel monastero. Mentre Raja é assorta in pensieri che sembrano aleggiarle nella mente, avvolgendola in un apatico e fastidioso vuoto, la badessa fa ingresso nella stanza per andare a sedersi accanto a lei.

"Mi auguro che questo ti abbia insegnato qualcosa."

Sono le parole che la badessa rivolge a Raja, parole che vengono pronunciate con un tono austero e severo. Raja però non risponde, come se fosse finita altrove con la mente.

"Hai udito le mie parole?"

Le chiede la badessa, non sentendo risposta dalla "monaca".

"Ho udito badessa. Se non c'é altro, ora vorrei poter andare nella mia camera e dedicarmi alle letture."

" Va' pure. E cerca di non peccare ancora con la tua ormai abituale condotta, anche perché così facendo, stai imbarazzando ancora di più le consorelle."

Raja si alza senza dire nulla, allontanandosi sotto gli occhi della badessa che la segue con attento sguardo. Nell'uscire in corridoio, Raja però si imbatte nell'abate Leandro, che ormai ha misteriosamente iniziato ad inquietarla nel solo vederlo a distanza.

"Domani mattina ti aspetto alle sei e mezza per sigillare i tuoi voti di obbedienza."

Le autoritarie parole del monaco, fanno rabbrividire negativamente Raja. Il corpo non mente mai, e quello che in quel momento le sta segnalando il suo, attraverso quel tipo di reazione fisica, corrisponderebbe a veritiere informazioni provenienti dal suo interiore e che, sottilmente le stanno sussurrando di opporsi ancora a quell'abate. La donna sa, e sente che, quello che le sta venendo ordinato di fare, andrebbe a violare il suo libero arbitrio, e il suo Essere sta cercando di trasmetterglielo sottilmente attraverso il suo corpo fisico, con lo scopo di guidarla a delle precise azioni o re-azioni. Cosa avrebbe potuto fare per difendere il diritto alla sua libertà, difronte a quel tipo di autorità maschile che, crede di ritenersi così indiscutibile, a tal punto di poter e saper rappresentare la perfezione divina?

"Co...cosa? Voti di obbedienza? Non ce n'é bisogno. Ho...ho compreso. Non si ripeterà più."

"Per evitare altri errori di questo genere, sempre più frequenti, reputo che ora sia necessario farti comprendere in maniera diversa, quanto può essere nocivo disobbedire alla parola divina. Lo facciamo per il tuo bene, Raja. Per assicurarti un posto in cielo quando non sarai più su questa terra."

Raja sente un nodo alla gola. Non sa di cosa si tratti, ma addosso avverte una sensazione molto negativa.

"Io mi scuso se ho mancato di rispetto nell'esprimere una mia opinione, ma vi chiedo di non farmi fare voti di obbedienza."

"Sono necessari, mia cara. E' per il tuo bene. Domani mattina alle sei e mezza, vieni nel mio ufficio."

L'abate si allontana.

"Monsignore! Ho dato le mie scuse! Questo non basta?"

Raja guarda angosciata l'uomo che si allontana, ma l'abate non si gira nemmeno una volta, fino a sparire alla sua vista. Raja si inginocchia sul pavimento del corridoio prendendosi il viso tra le mani, scoppiando in un angoscioso pianto senza nemmeno sapere a cosa, il giorno dopo, sarebbe andata incontro recandosi nell'ufficio dell'abate Leandro.

Il giorno dopo...

Raja é seduta sul bordo del pozzo del cortiletto interno del monastero, quando Helena le si avvicina posandole una mano sulla spalla. A quel contatto, Raja sussulta.

"Mi spiace, non volevo spaventarti. Sono preoccupata per te."

Le dice Helena sedendosi accanto a Raja che, china la testa restando in silenzio.

"Ti stai cacciando in un brutto guaio, qui dentro, con simili affermazioni. Se continui così, prima o poi ti faranno fare diversi tipi di voti di obbedienza."

Raja resta in silenzio a testa bassa con uno sguardo perso nel vuoto.

"Raja?? Dimmi che non ti hanno già detto di doverli fare."

Helena é preoccupata, e scrolla Raja per le spalle facendola girare verso di lei. Quello che però Helena vede nel viso di Raja, é solo un'espressione di totale apatia e assenza.

"Per l'amor del cielo Raja, dimmi qualcosa!"

"Questa mattina all'alba sono stata convocata nell'ufficio dell'abate Leandro, per farmi fare i voti di obbedienza."

"Oh no..."

Le mani di Helena si uniscono congiunte come in simbolo di preghiera, ma Raja non lo vede come un gesto che esprime sacralità o ringraziamento, quanto piuttosto un grande sgomento.

"Te l'avevo detto di non esagerare, te l'avevo detto!"

"Ma che cosa vuoi che importi fare una promessa di voto o di obbedienza qui dentro? Non vedi che state tutte già obbedendo in tutto e per tutto, anche senza aver stipulato chissà quali altre tipologie di assurdi voti? Affermate e siete d'accordo con qualunque cosa loro affermino, obbedendo a quelle cosiddette "sacre" scritture, anche quando ci sono delle lampanti incoerenze o dubbi!"

Helena sgrana gli occhi dallo stupore nel sentire delle simili affermazioni.

"Tu...tu non hai idea. Tu non sai quello che dici. Stipulando i voti di obbedienza, non si può maggiormente disobbedire ai rappresentanti di Dio, perché sarebbe come disobbedire a Dio."

"E qual é la differenza tra ciò a cui già bisogna obbedire qui dentro, e quello a cui si dovrebbe maggiormente obbedire, dopo aver effettuato la stipulazione di chissà quali voti? Già per il solo fatto di azzardare a porre scomode domande, si viene messe subito in punizione! Stipulare voti di obbedienza, forse farà aumentare le punizioni? Non me ne importa niente, tanto é quello a cui credo io dentro di me, che avrà effettivo valore! Nessuno mi toglierà quello a cui veramente credo, a meno che non sia io stessa a finire per non volerci più credere!"

Esclama Raja dando voce ad una maggior determinazione, dopo aver sentito salire della rabbia, per aver visto la mente di Helena così tristemente dormiente, e come se avesse voluto diversamente risvegliare la mente della monaca.

"Invece ti importerà, Raja. Non potrai più nemmeno essere libera di dire un no, perché sarebbe considerato come una disobbedienza a Dio, e disobbedendo a Dio, ci si avvia verso la chiusura delle porte del paradiso."

Nel sentire quello che Helena le risponde, Raja scuote la testa come se stesse constatando di aver parlato con un sordo o un cieco.

"E tu credi a questa ridicola storiella? Esiste il diritto alla libertà di opporsi, anche a quello che non si condivide! Come fate a non sentirlo e saperlo?"

Raja mantiene ancora un po' lo sguardo verso Helena, poi si alza dal bordo del pozzo.

"Non capisci che é con questa storiella che stanno condizionando le menti di tutte, e di tutti coloro che non hanno aderito a questa tipologia di ordini religiosi? Fanno credere che Dio castigherà, se non si obbedisce seguendo delle precise regole, ma io invece credo che, le porte del paradiso saranno chiuse a chi predicherà avanti tutta questa menzogna! Sono solo delle menti false, menzognere, e monopolizzatrici!"

La voce di Raja si alza nervosa, sentendo salire le lacrime agli occhi, soprattutto a causa dell'angoscia che sta provando nel constatare che, nessuna delle monache, sembra essere capace di riuscire a vedere, ciò che invece per lei é chiaro e visibile. Helena porta le mani verso la bocca, e il suo sguardo improvvisamente cambia repentinamente.

"Zittisciti Raja..."

Le sussurra subito dopo con un tremore nella voce.

"Io non accetterò mai di farmi privare della mia libertà. Sono nata libera, e morirò libera! Voi altre, fate quello che vi pare, se vi piace obbedire così tanto."

Helena congiunge nuovamente le mani davanti a lei, come se stesse disperatamente cercando di comunicarle qualcosa, ma Raja invece continua a ribellarsi con sostenuta voce, mentre alle sue spalle, gli occhi severi dell'abate Leandro la stanno già silenziosamente punendo. Raja si allontana velocemente, senza nemmeno accorgersi dell'abate che é arrivato alle sue spalle, quindi si dilegua rientrando nel monastero. Helena alza il viso verso l'abate Leandro che, questa volta ha un cappuccio interamente cadente sulle spalle, permettendo al suo viso di restare completamente scoperto e visibile. I due si guardano silenziosamente negli occhi, entrambi consapevoli di quali siano le conseguenze di simili ribelli comportamenti all'interno di quel monastero. Helena china la testa per poi allontanarsi verso il monastero senza pronunciare parola, mentre Leandro sosta per un po' nel cortiletto, con l'espressione di chi sembra avere il potere di esercitare qualcosa di preoccupante, e che Raja avrebbe potuto rischiare di sperimentare o anche solo di scoprire in seguito. L'abate sa che Raja sta mettendo a dura prova anche lui e la sua autorità, e che avrebbe dovuto far maggior attenzione, per impedire a quella particolare e ribelle "monaca", di minare ciò che per lunghi anni, quell'uomo aveva abilmente costruito all'interno di quell'ordine monastico. Sarebbe riuscito a fermare o zittire, una così coraggiosa e ribelle donna?

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