Recupero della fiducia verso il maschile

Persia/Iran, palazzo reale

Muyassàr é seduto in una delle stanze del palazzo, in attesa di poter ricevere notizie dagli uomini inviati per poter ritrovare la donna che, ormai il sultano considera il suo più prezioso gioiello. L'esotica danzatrice però, ha preferito fuggire dal fiabesco e arabico palazzo, trovando nascondiglio in un lontano monastero riuscendo a far disperdere le sue tracce così a lungo, da aver quasi fatto perdere la speranza all'affascinante sultano, di poterla finalmente ritrovare. Consumato dai suoi più nostalgici ricordi, Muyassàr si alza lentamente dalla soffice e decorata poltrona rossa che domina la stanza, e si avvicina ad una particolare arcata, che nel solo venir contemplata dal sultano, ha il potere di catapultare l'uomo, in uno dei ricordi riguardanti Raja, quando la donna era stata costretta a restare nel palazzo, per permetterle di sperimentare un tipo di vita che, la donna avrebbe potuto avere, se solo avesse scelto di volere.

Qualche mese prima...

Muyassàr si avvicina ad una zona del palazzo, decorata da arcate e bracieri ardenti che, creano sulle pareti circostanti, un incantevole gioco di luccicanti colori tra il rosso e l'arancio. In lontananza, si sentono le note di una lenta, e sensuale melodia orientale, suonata dai musicisti di palazzo che, ogni giorno deliziano le orecchie di chiunque sia all'interno dell'arabesco edificio. Sotto l'arcata di un angolo di quella stanza, il sultano scorge la sagoma di Raja che, sembra voler stare nascosta tra le ombre generate da alcune colonne, indossando un femminile abito rosso che, le lascia scoperto un sensuale ventre, sfiorato lateralmente dai suoi sciolti e lunghissimi capelli neri. La giovane persiana ha un'espressione intimidita e spaesata, mantenendo una rigida postura, ammorbidita dai carezzevoli movimenti delle sue stesse mani, attraverso i quali la donna si accarezza le nude braccia. La donna non si accorge di essere osservata dal sultano che, dopo la sua intenzione di dirigersi verso di lei, si é fermato a metà strada, per poter contemplare la bellezza della donna che, almeno all'apparenza, sembra dare una sensazione di fragilità, ma al tempo stesso, di un' inconsapevolmente sensualità, che emana anche nel solo stare ferma sotto quell'arcata. Dopo diversi istanti di silenziosa e furtiva contemplazione, Muyassàr si avvicina alla donna con lenti ed eleganti passi, attirando l'attenzione di Raja che, dopo aver sciolto per un attimo la rigida posizione delle braccia, le porta a farle incrociare aderendole bene al petto, come se volesse meccanicamente proteggersi da qualcosa. Lo sguardo di Muyassàr é rapito, incantato, quasi ipnotizzato da ogni minimo movimento eseguito della donna.

"Può esistere un incanto più bello di quello che, in questo momento i miei occhi stanno contemplando?"

Acclama il sultano, con voce pacata e intima, allargando le braccia lentamente, come se stesse abbracciando a distanza la sagoma di Raja. Nonostante la nobile gentilezza irradiata dal Muyassàr, l'intimidita donna, sembra, in ogni caso, voler mantenere una postura chiusa, e poco propensa a sciogliersi. Muyassàr avverte lo stato di chiusura di Raja, ma l'uomo comprende il perché di quella scarsa apertura, come se le avesse letto in poco tempo, l'intera Anima.

"Mi spiace se la mia casa non ti fa sentire a tuo agio. Le ancelle di palazzo forse, non ti stanno trattando bene?"

Le chiede il sultano, manifestando immediatamente una sensibile attenzione verso lo stato emotivo di Raja, nonostante quell'uomo, sembri trasmettere un carattere di forte e grande autorità, capace perfino di incutere del timore.

"Oh, sì invece. Le sue ancelle sono incredibilmente gentili e affettuose con me."

Raja risponde al sultano, con immediata sicurezza per non sminuire il valore delle donne che si sono oltretutto deliziosamente occupate di lei, ma soprattutto per evitare che l'uomo possa pensare negativamente, sul loro tipo di servizio effettuato a palazzo, con il rischio di essere rimproverate dall'uomo.

"Vedo che ti hanno aiutata a scegliere un abito che ti sta da incanto."

Muyassàr unisce i palmi delle proprie mani, avvicinandole al petto in un orientale e galante movimento, trasmettendo un profondo rispetto e ammirazione per ciò che riesce a vedere nella donna.

"Mi inchino alla tua bellezza, mio fiore ancestrale."

Sono le particolari parole pronunciate dal sultano che, colpiscono Raja in modo particolare, come se fosse stata sfiorata e accarezzata nel suo più profondo spirito, vedendo perfino l'uomo semi inchinarsi con il busto davanti a lei. La donna ne resta stranita, chiedendosi che cosa potrebbe spingere, un uomo di così grande importanza, abituato a ricevere lui stesso, continui inchini da altre persone, ad inchinarsi ad una donna, e soprattutto davanti a lei?

"Io...apprezzo il trattamento che tutti voi mi state dando, ma non comprendo perché non mi sia permesso uscire dal palazzo per tornare dove io vivevo."

Muyassàr le tende una mano in un sensuale, cortese e cavalleresco movimento che sale verso l'alto, per esortarla gentilmente ad avvicinarsi a lui, similmente a come si inviterebbe una dama di altre epoche, a danzare il più importante ballo di corte.

"Permettimi di farti conoscere a debita maniera, le meraviglie che potresti avere restando a vivere qui, con tutto il tempo a disposizione per potertelo far vedere."

Raja alza gli occhi verso la mano che Muyassàr le tende, restando sempre più sorpresa, e al tempo stesso anche piacevolmente lusingata, per un così prestigioso trattamento, non solo ricevuto da un uomo, ma niente di meno che da un importante e affascinante sultano. Raja gli osserva i corvini capelli, tra quelli che riesce a vedere fuoriuscire dal prestigioso turbante che, l'uomo indossa. Il viso dell'uomo é inoltre valorizzato da un sensuale e curatissimo pizzetto nero che, dal centro del mento, si dirama verso i due lati del volto, venendo incorniciato da una lieve e ben curata barba che, sembra quasi accarezzargli sensualmente la mascolina mandibola. Mai prima d'ora, Raja era stata trattata in quel regale modo, servita e riverita come se fosse una specie di regina, ma soprattutto da un uomo così magnetico e di profonda sensibilità, nonostante l'abbia conosciuto da pochissime ore. Imbarazzata e incredula per i pensieri che inizia ad avere, Raja abbassa il suo sguardo verso il pavimento.

"Non temere, mio fiore. Voglio solo darti la possibilità di poter apprezzare a pieno, la vita che potresti avere qui, nel mio palazzo. Permettimi di accompagnarti in queste ore, per mostrarti anche ciò che potrei offrirti ogni giorno della tua vita, invitandoti a fare, quello che forse più ami: ballare."

Raja rialza il viso per tornare a guardare Muyassàr. L'uomo abbassa lentamente la sua mano, ruotando il palmo verso l'alto, e invitando la donna, ancora una volta con quel regale gesto, a fidarsi di lui per essere guidata e accompagnata nelle varie aree del palazzo.

"Permettimi di darti questa possibilità, e di rimediare al brutale comportamento che sei stata costretta a subire, a causa di uomini che, non avrebbero dovuto azzardarsi ad osare di toccare, e nemmeno sfiorare, un diamante simile. Se poi allo scadere delle prossime ore, vorrai tornare nel tuo mondo e alla tua abituale vita, ti farò aprire le porte di palazzo. Consentimi anche di essere forse un po' presuntuoso, nel dirti che, sono certo che, non vorrai più andare via da questo palazzo, se solo mi permetterai di farti assaporare tutto ciò che potresti avere qui."

Raja torna a guardare la mano di Muyassàr, ipnotizzata dal penetrante, sicuro e passionale sguardo che lui le rivolge per tutto il tempo in cui le parla. Lentamente senza nemmeno quasi accorgersene, Raja inizia a sciogliere la postura delle sue braccia, e anche se timidamente, la donna comincia a fidarsi dell'uomo, accettando di farsi accompagnare dal sultano nelle varie aree di palazzo. Raja allunga quindi una mano, verso quella dell'uomo che é ancora protesa verso di lei. Il contatto della mano di Raja con la mano di Muyassàr, innesca una sorta di scossa nel sultano, che lo fa vibrare in ogni cellula del suo corpo, come se fosse stato "folgorato" da qualcosa che, solo quella donna sembra essere stata capace di sprigionare. A sua volta, Raja sente un fiume di brividi percorrerle tutto il lato sinistro del suo corpo, come se fosse stata ridata la corrente, a qualcosa che era rimasto spento, da chissà quanto tempo.

"Vieni. Vieni con me, mio vibrante diamante ancestrale."

Muyassàr abbassa la mano che é ancora unita a quella di Raja, da un delicato ma intenso tocco, lasciando la donna libera di potersi muovere da sola, anche se accanto a lui.

"Vedrai che non vorrai andare più via da qui. Ne sono certo, o forse, dovrei dire che lo sento."

Le ripete, iniziando a camminare accanto a lei per farle visitare il palazzo da cima a fondo, senza riuscire a staccarle gli occhi di dosso, poiché per Muyassàr, ogni più piccolo gesto o espressione di lei, é come fargli accedere, ad un tipo di paradiso che sente di poter vivere soltanto insieme a lei. L'uomo non può ancora sapere che, quella sublime ed elettrica alchimia sprigionata con quella donna, in seguito l'avrebbe messo a dura prova, per poter affrontare un'ossessiva e feroce paura di poterla perdere. Muyassàr riesce tuttavia, a conquistare la fiducia di Raja che, di ora in ora, inizia ad aprirsi sempre più, decidendo perfino di acconsentire a ballare per Muyassàr, dopo un'espressa richiesta del sultano. Tale evento, avrebbe segnato anche un altro importante passo, verso la decisione di Raja, nel voler restare a palazzo per sua spontanea volontà, dando conferma, a quello che il sultano, già aveva previsto avesse potuto accadere.

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