Primo ardente bacio persiano

Persia/Iran, giardino interno del palazzo di Muyassàr

Tempo attuale...

Muyassàr fa ingresso nel giardino collocato all'interno del palazzo reale, in una zona dominata da dorate e decorate arcate in stile arabo. Il cortile interno collocato in quel giardino, e riccamente adornato con aiuole dalle molteplici tipologie di fiori, e ospita una vasca d'acqua, fiancheggiata da navate laterali, illuminate da fioche e intime luci che, rendono l'atmosfera serale, ancora più piacevole e rilassante rispetto alle ore diurne. Il sultano ha da poco finito di parlare privatamente con il suo fidato consigliere Butrus, riguardo le ricerche di Raja, ignaro che, un uomo di palazzo ha segretamente origliato la loro conversazione, per poi andare ad informare qualcuno attraverso un telefono interno al palazzo. Camminando nel giardino, inevitabilmente Muyassàr va a ripensare ai momenti in cui era riuscito a conquistare la fiducia di Raja che, aveva scelto di restare a palazzo di sua spontanea volontà, accettando di ballare quotidianamente per il sultano, assieme ad altre danzatrici. Nel percorrere il cortile di quel giardino, la mente di Muyassàr torna indietro nel tempo, a quando giorno dopo giorno, Raja gli regalava sguardi sempre più coinvolti, anche se timidi. Muyassàr va a sedersi sul bordo della vasca centrale del cortile, immergendo un dito nell'acqua, dando origine al disegno di un delicato cerchio, che gli fa ricordare quello che si era creato in modo simile, quando era stata Raja a fare quel gesto in quella stessa vasca, durante una serata di qualche mese prima, in uno dei momenti più belli, in cui la donna si era seduta accanto a lui. Tale serata, sia per Muyassàr che per Raja, aveva segnato l'inizio di qualcosa di incredibilmente magico, e che avrebbe coinvolto i due in maniera indelebile.


Qualche mese prima...

Raja si avvicina a Muyassàr, dopo averlo visto seduto sul bordo della profumata vasca d'acqua. L'uomo alza il viso verso di lei, ammirandola nel suo femminile costume da ballo, dopo averla vista ballare da diversi giorni,  assieme alle altre danzatrici, dato che Raja ha preso la decisione di restare a palazzo.

"Mi avete fatta chiamare?"

Gli chiede Raja restando in piedi e, osservando il sultano ad una certa rispettosa distanza.

"Si Raja. Ti va di sederti qui, vicino a me?"

Raja sorride timidamente annuendo, sedendosi lentamente accanto a lui, dopo aver raccolto con le mani, i lembi dell'ampia gonna orientale, in modo da potersi sedere più comodamente accanto all'uomo.

"Adoro vederti danzare. Ogni giornata ha un senso per me, solo al pensiero di poterti vedere, fosse anche solo a distanza. Suppongo che tu abbia già capito questo, dai miei occhi. Ho visto però anche nei tuoi occhi, il desiderio di inebriarti dei miei. Dico bene?"

Le sussurra guardandola in un modo tale, che solo lui riesce a fare. Intimidita, Raja raccoglie ancora di più i lembi della gonna, come un istintivo gesto per mascherare il suo imbarazzo, per poi far scivolare una mano nell'acqua, creando un gioco di linee sulle quali si concentra, per riuscire a distogliere lo sguardo da quello del sultano.

"Non mi permetterei mai di..."

Sta per rispondergli Raja, come se lui avesse potuto accorgersi di chissà quale peccato proibito nei suoi confronti, essendo un uomo così importante e prestigioso. Muyassàr però, la zittisce sollevandole il mento con due delicate dita, per indurla a guardarlo negli occhi.

"Invece desidero che ti permetti."

Le dice vedendole negli occhi, una luce di piacevole stupore.

"So leggere gli occhi di una donna. Capisco quando mentono...quando amano...quando provocano...quando giocano...quando temono...quando provano desiderio. La lista potrebbe continuare."

Le accarezza i contorni delle labbra con il delicato e sensuale tocco di una delle dita, facendo salire quel movimento intorno agli occhi della donna, valorizzati da un tipo di trucco delicatamente arabesco.

"Anche quando tremano....come stanno ora tremando i tuoi..."

"Io non..."

"Ssst...non é necessario che tu dica nulla. Sono i tuoi occhi a parlare per te, e so leggere anche la loro paura. Paura di osare...paura di lasciarsi andare al brivido del desiderio."

"Lei, é sempre gentile con me. Le sue parole mi gratificano. Lo apprezzo, e vi apprezzo per quello che mi dite. Ma non mi permetterei mai di...desiderare un uomo che..."

"Un uomo che...? Un uomo che ti vorrebbe con tutto se stesso? Non sono mai stato uno sdolcinato. Ma la poesia, esce dalle mie labbra, solo quando voglio parlare di te."

Raja alza gli occhi verso Muyassàr, sempre più combattuta e rapita dal modo di fare e di parlare del sultano che, mentre le continua ad accarezzare i contorni degli occhi con una mano, con l'altra va alla ricerca di una delle mani di lei, per intrecciare le dita con quelle sue, in un lento e caldo movimento.

"Maestà...io..."

" Ssst...Vedo il desiderio nei tuoi occhi. Ed é lo stesso desiderio che, tu vedi nei miei. Puoi scegliere di restare o di fuggire, ma sappi che fra meno di un secondo, andrà a baciare queste divine labbra."

Le sussurra senza smettere di guardarla. Dopo aver allontanato la mano dal contorno degli occhi della donna, Muyassàr fa scivolare quella stessa mano, alla ricerca dell'altra di lei, in un altro caldo contatto che, porta le dita delle loro mani ad intrecciarsi dolcemente. Nel non vederla fuggire, Muyassàr si avvicina alle labbra della donna, per andare ad assaporare un intimo e magnetico bacio che, lo fa vibrare come se stesse prendendo una sorta di sublime scossa. E' un bacio al quale Raja non riesce ad opporsi, e che si innesca immediatamente, per l'ardente magnetismo che fa avvicinare i due, come se fossero i due poli opposti di una stessa calamita. E' Muyassàr a trasformare il bacio in qualcosa di ancora più passionale ed intimo, stringendola a sé con calda presa, facendo aderire il suo corpo a quello della donna, e baciando Raja per istanti che, sembrano essersi fermati nell'eternità di un momento. Dopo diversi attimi, Muyassàr la sente staccarsi da lui, agitata per ciò che l'uomo le ha innescato. Raja si alza spaventata di scatto, come se avesse attuato chissà quale grave peccato, e che la induce a portarsi una mano sulle labbra.

"Mi...mi dispiace. Non posso...non posso..."

Raja farfuglia con agitazione quelle parole, per poi correre via, sotto gli occhi dispiaciuti, ma al tempo stesso raggianti del sultano.

Tempo presente...

Muyassàr "stringe" l'acqua della vasca, nel pugno di una mano, sentendola scivolare via dalle sue dita, come se in quel momento, proprio l'acqua gli stia facendo da specchio, facendogli vedere quello che é successo al sultano, nell'aver visto scivolare Raja, via dalla sua vita, a causa della tipologia del mondo degli affari in cui l'uomo é coinvolto. Le mani di Muyassàr afferrano poi, parte del bordo della vasca, chinando il capo in un'espressione di sgomento e di afflizione, a mano a mano che, vede il tempo scorrere così troppo a lungo lontano da lei.

Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia