Fruttuoso affare saltato difendendo il femminile

PERSIA/IRAN, palazzo reale

Muyassàr lascia che una delle donne di servizio, gli sistemi meglio addosso, una giacca rossa stilizzata con dorate decorazioni.

"E' bellissimo maestà."

E' l'adulatore apprezzamento della donna che, fa scivolare le mani lungo le braccia del sultano, trasformando quel movimento in una quasi impercettibile carezza, mentre l'uomo guarda silenziosamente la propria immagine riflessa, in uno specchio incastonato all'interno di una grossa ed elegante cornice fissata su una parete. L'espressione del sultano é seria, e non sembra aver nemmeno ascoltato l'apprezzamento ricevuto dalla donna.

"Puoi andare. Non é necessario altro."

Le dice sganciandosi dalla donna e andando verso il corridoio, dove Alìf, la sua guardia personale più fidata, lo sta aspettando per accompagnarlo nella sala in cui avrebbe accolto l'ambasciatore vietnamita, con l'obiettivo di concludere un fruttuoso affare, a cui da parecchio tempo aveva puntato. Alìf appare nella sua appariscente divisa, dominata dalle sgargianti tonalità del rosso e arancione, indossando anche un particolare cappello, sulla cui sommità, spicca un dorato stemma, simbolo di ruolo come guardia addetta alla sicurezza. Pochi istanti dopo, sopraggiunge anche un'altra guardia che, va ad affiancarsi al sultano, dato che Muyassàr si fa sempre ben scortare da più guardie del corpo, massicce sia nel fisico che nel tipo di vestiario, soprattutto quando deve esporsi ad altri uomini di potere.

"Maestà, ben svegliato."

E' il cordiale e rispettoso saluto della sua guardia personale Alìf. Il sultano si limita però a fargli un lieve cenno col capo, invitandolo a seguirlo verso la zona nella quale avrebbe ricevuto l'ambasciatore Tuan.

"L'ambasciatore é già arrivato?"

Gli chiede il sultano mentre cammina affiancato da Alìf, verso una zona più spaziosa di quella precedente. La seconda guardia procede silenziosamente subito dietro di loro.

"No, maestà. Ha ancora un po' di tempo a disposizione, nel caso volesse sistemare ulteriormente qualcosa."

"Tutto quello di cui ho bisogno, sono notizie da Las Vegas."

"Al momento ancora nessuna, mi dispiace maestà. Ma vedrà che in mattinata avremo migliori informazioni."

Muyassàr va a sedersi su una specie di trono sul quale é posizionato un voluminoso cuscino rosso. L'uomo si spalla allo schienale, adagiando le braccia comodamente sui larghi braccioli laterali. La postura di Muyassàr é eretta, sicura e al tempo stesso morbida ed elegante. Alìf si posiziona in piedi alla sua destra, mentre alla sua sinistra sopraggiunge Butrus, il suo devoto barbuto e robusto consigliere. La seconda guardia invece, rimane a qualche metro più distante, vigilando l'ambiente da una prospettiva più ampia. Il sultano resta in silenzio per tutto il tempo, e i due uomini di servizio che lo affiancano, si scambiano occhiate e cenni d'intesa, comunicandosi silenziosamente di aver compreso a cosa sia dovuto il tipo di umore che sta dominando il sultano, decidendo che sia più saggio, non dargli a parlare. Una ventina di minuti dopo, nell'ampia sala fa il suo ingresso l'ambasciatore Tuan, scortato da una guardia di Muyassàr, e da un altro uomo che invece ha accompagnato l'ambasciatore nel viaggio per incontrare il sultano.

"E' un piacere rivederla, Muyassàr Nadìr. Le porto gli omaggi dello sceicco che, per motivazioni personali ha mandato me, come le sarà già stato riferito."

Inizia a dire l'ambasciatore, un uomo con una lunga ma fine barba, indossando un vestito con pregiate stoffe sulla tonalità del verde.

"Sono stato messo al corrente."

Conferma Muyassàr annuendo col capo, per poi alzarsi e avvicinarsi all'ambasciatore.

"Mi auguro che l'assenza dello sceicco, non comprometta l'affare."

E' quello che Muyassàr pronuncia ai due uomini, per assicurarsi che il fruttuoso affare non possa saltare.

"Nessun problema Nadìr, lo sceicco non vede l'ora di portare a termine l'affare, e siamo qui proprio per questo."

"Bene. Era proprio quello che volevo sentire."

Muyassàr fa un cenno con il braccio destro, per invitare l'ambasciatore Tuan a seguirlo in un'altra zona, facendolo entrare in una stanza dominata da un prestigioso tavolo, per poter discutere più comodamente sulle questioni economiche che coinvolgono i traffici in corso tra l'Iran e il Vietnam. Alla fine della conversazione, Muyassàr accompagna l'ambasciatore Tuan all'ingresso.

"E' un peccato non aver potuto assistere, come le precedenti volte, ad uno degli spettacoli con le sue meravigliose danzatrici. Posso chiederle come mai questa spiacevole mancanza? Me la ricordo sa, quella splendida danzatrice con quel fascino particolare e deliziosamente sensuale."

Gli confida Tuan, con un sorriso che la dice lunga nella sua maliziosa espressione. Le mani di Muyassàr si chiudono in ermetici pugni che, non passano inosservati da Alìf, la guardia che sta camminando procedendo dietro Muyassàr lungo il corridoio. Sia il sultano che Alìf, hanno già capito a quale danzatrice nello specifico, Tuan si stia riferendo.

"Ah, si? Ha fatto per caso dei pensieri lussuriosi su una delle mie danzatrici?"

Chiede Muyassàr con apparente tono calmo, ma che cela qualcosa di altamente preoccupante e di tipo indagatorio, nonostante la sua illusoria pacatezza.

"Eheheh, la splendida persiana con quei lunghissimi capelli neri. Corpo da sballo. Confesso che ci ho fatto più di qualche pensiero danzante. Suppongo che può capirmi. Magari la prossima volta mi potrebbe organizzare un incontro con lei...privato. Capisce? Eheheh..."

Gli chiede l'ambasciatore, lasciandosi sfuggire diverse maliziose risatine, dopo aver bisbigliato quella richiesta in un orecchio del sultano, prima di arrivare all'uscita.

"Bene, Nadìr. Allora possiamo restare d'accordo sulla conclusione dell'affare. Lo sceicco sarà estremamente felice."

Tuan allunga una mano verso Muyassàr per consolidare l'affare con una stretta di mano. Diversa é però l'espressione e la reazione del sultano.

"Può dire allo sceicco che l'affare salta."

E' la spiazzante e inaspettata risposta di Muyassàr.

"Cosa!?"

"Ha sentito bene, Tuan."

"Ma...non capisco. Eravamo rimasti d'accordo che..."

"Ho cambiato idea, e non abbiamo ancora stipulato o firmato nessuna carta scritta. Consideri quindi l'affare saltato."

"Io non comprendo!"

L'ambasciatore protesta incredulo allargando le braccia, sotto gli occhi stupefatti anche dell'altro uomo che ha atteso nel corridoio, la fine della trattativa dell'affare.

"Che cosa dico ora, allo sceicco?"

"Non é affar mio. Accompagnatelo fuori."

"Ma...?!"

"Ho detto: fuori."

Replica Muyassàr con tono fermo, mentre Alìf e un paio di altre guardie sopraggiunte, scortano Tuan e il suo accompagnatore facendoli uscire dal palazzo, sotto gli occhi esterrefatti di un Butrus che, si porta le mani sul turbante in segno di totale incredulità e disapprovazione, per l'impulsiva azione di Muyassàr, che così facendo, ha rinunciato ad un fruttuoso affare economico, a causa di quello che l'ambasciatore Tuan, ha detto su Raja. Mai prima d'ora, il sultano aveva fatto saltare un affare economico, per difendere un'offesa lanciata verso la danzatrice che l'ha così perdutamente conquistato. Possibile che il sentimento di quel sultano sia cresciuto a tal punto, da mettere al primo posto Raja, rispetto perfino ad un importantissimo affare che, avrebbe potuto far fruttare al sultano, tante più ricchezze?

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