Forme di obbedienza da evitare

Nevada, Monastero

Raja cammina a piedi nudi lungo il corridoio di un'ala del monastero, seguendo le note di una musica d'organo che sembra provenire da una zona più distante. E' tarda serata, e l'ora stabilita per il rientro nella camera in preparazione al riposo notturno, é ormai passato da un pezzo. Raja non comprende come a quell'ora serale, possa ancora esistere una forma di possibile attività all'interno di quel monastero, conoscendo la rigida regola di doversi ritirare, entro, e non oltre le ventuno precise. Incuriosita, la donna si dirige a passo lento verso la porta dalla quale sente provenire la musica dell'organo, quindi si ferma dietro di essa per restare in ascolto qualche istante, non osando nè bussare nè solo sfiorare con la mano quella porta. Nonostante le note musicali stiano provenendo da un organo, che, in un ambiente e contesto religioso, avrebbero dovuto infondere un tipo di musica piacevole e rasserenante, Raja non riesce a percepire nessun tipo di sensazione positiva durante quell'ascolto. Al contrario, le note che si propagano in quel monastero, le danno un senso di oppressione, come se stessero accompagnando una triste atmosfera, o qualche lugubre evento. Pochi istanti dopo, la musica cessa, e Raja corre silenziosamente verso un'area più lontana, restando nascosta dietro una colonna, da dove avverte e riconosce la voce della badessa Miranda, l'austera donna a capo del monastero, che sembra salutare qualcuno all'interno della camera dalla quale Raja ha sentito provenire la musica. Cercando di sbirciare da dietro la colonna, Raja vede la badessa uscire dalla stanza e allontanarsi lentamente per fare ritorno verso l'area del proprio appartamento monasteriale. La camera che la badessa ha appena lasciato, viene poi chiusa da qualcuno che è rimasto al suo interno, e Raja é sempre più incuriosita. La donna ha compreso che chi stava suonando l'organo, doveva essere proprio la badessa, ma Raja si chiede chi possa essere rimasto in quella camera, andando oltre l'orario che avrebbe dovuto essere rispettato da chiunque viva seguendo i dogmi e le regole di quel monastero. La risposta arriva poco tempo dopo, quando la porta della stanza si riapre, e Raja riconosce subito la voce dell'abate Leandro che proviene dall'interno di quella camera. Oltre alla voce dell'abate però, Raja riconosce anche quella di una delle monache, lasciando particolarmente interdetta la giovane donna.
" Sei stata brava Helena. Confido molto in te. Sei il più grande esempio per questo monastero. Potresti diventare una grande badessa se solo lo volessi. Pensaci..."
La voce dell'abate é chiara, nonostante il tono sia basso, e Raja sente Helena salutare l'uomo con voce fioca, vedendola proseguire verso la sua camera. Facendo attenzione che l'abate non sia nei paraggi, Raja raggiunge la stanza di Helena bussando debolmente alla sua porta.
"Raja! Che cosa ci fai ancora sveglia e soprattutto in giro a quest'ora?"
Le chiede subito Helena con occhi allarmati.
" E' difficile dormire con un organo che suona soprattutto a queste ore."

Le fa osservare Raja, anche per farle intendere di aver notato la stranezza di un'attività serale che é avvenuta oltre un orario proibito dal regolamento.

"Raja! E' proibito restare svegli oltre le ventuno."
" E questo che cosa c'entra? E poi io non riesco a dormire a comando! Credo che nessuno di noi ci possa riuscire! Se lo affermate, state mentendo, o forse volete nascondendo per evitare di essere considerate come peccatrici per aver mentito! Se oltre le ventuno non si può più fare nulla, non avresti dovuto essere nemmeno tu, in compagnia alla badessa e a quell'abate! Dico bene?? "

Questa volta Raja alza la voce, lasciando emergere per la prima volta della rabbia.
"Sst! Vuoi farti sentire!?"
Helena tira Raja dentro la camera per evitare che qualcuno possa sentirla, quindi richiude la porta alle sue spalle.
" Che cosa succede a queste ore, in quell'area a cui mi é stato tra l'altro vietato di avvicinarmi?"

Chiede quindi Raja per cercare di capire la motivazione di quell'anomalo incontro tra Helena, la badessa Miranda e l'abate Leandro.
" E' un'area in cui possono accedere solo i prescelti."
"Quindi tu sei una prescelta. Prescelta per che cosa, esattamente?"
Helena abbassa la testa.
"Helena! Per che cosa!?"
Raja scuote Helena per le spalle con l'intento di spronarla a parlare, ma nello sguardo della monaca, le vede delle lacrime.
"Non fare mai voti di obbedienza Raja. Mai. Obbedisci a tutto quello che ti dicono di fare, prima che te lo impongano in maniera diversa. Ora va' ! Va' !"
Helena apre la porta e spinge Raja nel corridoio richiudendo velocemente l'accesso alla stanza. Raja é profondamente turbata. Che cosa avrebbero potuto significare le parole di Helena?
A passo veloce, Raja si dirige verso la sua camera, ma si imbatte niente di meno, proprio nell'abate Leandro. La donna si ferma di colpo, osservando l'abate che in quel momento indossa una tunica diversa da quella che gli ha solitamente visto portare. La veste che invece, l'abate in quel momento sta indossando, oltre ad essere sempre di una tonalità di colore scura, é munita di un diverso cappuccio che, lascia poco scoperto il viso, permettendo di vedere solo una parte della castana e brizzolata barba dell'uomo. Dal collo dell'abate, pende un ciondolo su cui é inciso uno strano e sconosciuto simbolo.
"Raja. La tua insonnia sembra diventare sempre più insidiosa."
E' il commento dell'abate che, sembra quasi averla aspettata in quel punto, di proposito.
Raja si immobilizza, come se stesse perfino temendo di respirare, davanti a quel "superiore", sentendo su di lei, uno sguardo severo e ammonitore.

"Che cosa succede Raja? Che cosa ci fai ancora sveglia a queste ore, mia cara?"
Le parole dell'abate apparentemente gentili, a Raja però non suonano per nulla "amabili" e soprattutto autenticamente comprensive.
"Non é possibile dormire quando non si ha sonno. Ho pensato di fare due passi per il monastero. Forse non dovevo o non potevo fare nemmeno questo? Questa volta non sono uscita dal monastero."
L'uomo si scosta lentamente il cappuccio, scoprendo meglio il viso e la sua barba.
"Le regole del monastero sono chiare, Raja. Le conoscevi, le hai visionate, le hai firmate. E non é la prima volta che le tue parole sono irrispettose. Questo tuo comportamento, non é onorevole per il ruolo che avresti qui dentro, e nel luogo in cui hai scelto di stare per servire il divino. Hai anche letto che esistono delle conseguenze, per redimersi dal peccato commesso nel violare le regole monasteriali."

Raja ascolta l'abate sentendo crescere sempre maggiormente dentro di lei, la voglia di rispondere a quell'uomo piuttosto pesantemente, per quanto le affermazioni di quell'uomo, la stiano indignando dentro.

"E che cosa avrei violato, ora? La regole di chiudere gli occhi alle ventuno precise?"
Lo sguardo di Raja ora é meno fragile, dando i primi segni di iniziare a non sopportare più, simili discorsi. L'abate la guarda seriamente.
" Ci vediamo domani mattina alle sei e mezza precise nell'ufficio della badessa. Ti aiuteremo a prendere miglior visione di alcune cose."
Detto questo, l'abate si allontana, lasciando Raja nel corridoio, con una sensazione di frustrazione ancora più forte. La mattina seguente, alle sei e mezza precise, Raja bussa alla porta dell'ufficio della badessa, trovando però soltanto l'abate Leandro, seduto dietro una scrivania in legno antico.
"Sei stata puntuale. Prego, siediti. Stavo guardando il tuo dossier. Vedo che dovresti aver fatto voti di castità e povertà, ma non quelli di obbedienza."
Le parole di Helena pronunciate dalla monaca la sera prima, risuonano allarmanti nella mente di Raja. Parole attraverso le quali, Helena aveva esortato Raja ad obbedire, prima che qualcuno l'avesse diversamente spinta a fare voti di obbedienza in chissà quale differente maniera. Raja disobbedisce anche in quel momento, decidendo di restare in piedi, ma prendendosi le mani in un nervoso intreccio di dita, tenendole nascoste dentro le lunghe e larghe maniche della tunica nera che indossa.
"Non erano stati necessari."

E' la risposta di Raja, nascondendo all'abate di aver perfino evitato di accettare nel suo profondo, qualunque altro tipo di voto, fingendo di obbedire al dover sottostare ad accordi limitanti. Questo solo per avere la possibilità di potersi rifugiare nel monastero. Raja poi abbassa la testa sentendo lo sguardo penetrante dell'uomo su di lei.
"Sono necessari. Col disobbedire a Dio, si rischia di non poter accedere al paradiso promesso. E' questo ciò che vuoi nel tuo futuro, dopo la morte?"
"Lei non é Dio, e le regole limitanti le avete scritte voi! Parlate tanto di un Dio infinito e illimitato, e poi fissate delle regole limitanti? Dove sta la coerenza con quello che qui dentro si predica?!"
Per la prima volta, Raja esplode dando voce alla sua ribellione interiore, come se in quel momento, fosse stata attraversata da qualcosa di forte, di ribelle ed eretico, a tal punto da far sorprendere non solo l'uomo, ma perfino se stessa.
"Da dove viene questa specie di saggezza?"
La domanda dell'abate é assolutamente ironica, anche se espressa con tono serio. Raja però coglie il sottile sarcasmo.
"Io non sono Dio, ma lo rappresento. E' quindi doveroso portare rispetto ad un suo rappresentante. Tutto é stato scritto per rispetto nei confronti del Dio che ha originato il mondo, e tu Raja, hai il dovere di obbedire al volere divino, a meno che tu non scelga di rinunciare al paradiso. In questo caso, puoi disobbedire quanto vuoi. Che cosa scegli Raja? Il paradiso? O...l'Inferno?"
Raja non si sente più in grado di ribattere. Avverte solo le gambe che le tremano, non sapendo se per paura di quel Dio appena descritto dall'uomo, se per timore di quell'abate, o se per la rabbia di non poter gridare tutto quello che invece lei pensa, riguardo a tutte quelle così rigide e limitanti regole che, ha avuto modo di conoscere all'interno del monastero.
"Farai voti di obbedienza, perché desidero impedirti di auto-condannarti all'inferno. Obbedendo meglio, sarà tutelato e assicurato il tuo posto in cielo."
Raja scuote la testa.
"No. Mai e poi mai io farò voti di obbedienza. "

Afferma Raja con assoluta decisione e fermezza.

<< Mai più! >>
E' anche il successivo pensiero di Raja, che fa un passo indietro, subito dopo aver pronunciato l'ultima determinata frase.
"Oh, si invece, li farai. Ora vai, e preparati ai voti di obbedienza e alla punizione che la badessa Miranda non ti ha ancora fatto fare, per rimediare ai tuoi precedenti e ripetuti peccati."
Raja si stringe nelle spalle più tesa che mai, poi esce di corsa dall'ufficio per raggiungere la sua camera. Raja non ha ancora perfettamente capito, per quale motivo stia accettando di continuare a restare in un luogo così limitante e "povero", soprattutto dopo aver conosciuto un ambiente completamente opposto, dominato dal più alto e regale sfarzo, un posto dal quale é però fuggita ripetute volte. Nonostante la sua confusione interiore, Raja è però consapevole che, le due opposte esperienze, la stanno mettendo a dura prova, probabilmente perché avrebbero contribuito a farle cercare e decidere, quale sarebbe stato veramente il posto più giusto per lei, e per il suo massimo e sommo bene.

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