Raja

Chi sono

Dire o descrivere chi sono, per me sarebbe così semplice e facile. Eppure proprio per questa così semplice descrizione sull'essenza che sento di essere, mi sono trovata a dover fuggire per il mondo, da diverse figure maschili. Chi sono dunque, per essermi sentita costretta a fuggire e a nascondermi per così tanto tempo? Qual è il vero o più profondo motivo? Il mio nome è Raja, e sono una danzatrice di origine persiana. La mia amata Persia, è quella terra che sembra avere il potere di far vibrare tutto nella celestiale magia da mille e una notte, o forse dovrei dire, da mille e infinite notti, quelle che credevo potessero esistere soltanto se immaginate nei miei sogni più fiabeschi. Ero solo una bambina, quando avevo iniziato a sognare simili atmosfere, e nonostante mi chiedessi da dove potessero provenire quelle immagini che si affacciavano dentro di me, emozionandomi e incantandomi, non riuscivo a capire per quale motivo le persone intorno a me, continuavano a cercare di farmi credere che, quello che stavo immaginando o sognando, non era altro che inutile illusione. Seppur mi fosse perfino stato proibito di fantasticare su simili immagini, per chissà quale oscura motivazione, anche crescendo ho continuato a sognare silenziosamente simili meraviglie, senza mai sapere da chissà quale regno immaginario stessero arrivando a me. Era forse una sfida per mettere alla prova la forza del mio cuore, nel continuare a credere in ciò che più amavo così tanto sognare? E che cosa, la piccola Raja amava sognare? Danzare, e danzare, ma anche danzare i miei stessi sogni più segreti, avvolti da una tale illimitata magia, da sembrare incredibilmente reali ed esistenti, nonostante stessero vibrando solamente dentro di me. Eppure, proprio l'amore per la danza e il rincorrere quel tipo di sogno, mi hanno portata verso tormentati guai, nonostante non avessi chiesto altro alla vita, se non quello di poter ballare, di celebrare la vita stessa con la danza, e di onorare con il ballo tutto quello che mi circondava. Ogni volta che danzavo, sentivo la mia anima toccare le più alte vette del cielo, come se intorno, perfino lo stesso intero cosmo stesse ballando e brillando insieme a me. E' una sensazione difficile da spiegare, ma così incredibilmente magica, da palesarsi come se tutto questo fosse meravigliosamente fuso con me attraverso la danza,  vedendo me stessa circondata solo dalle luci delle stelle, paragonabili a tanti piccoli riflettori di luce, su un palcoscenico chiamato: cielo. Ogni volta che accadeva, quelle stelle sembravano gli infiniti e luminosi occhi del cosmo, come se mi stessero sorridendo sussurrandomi che era lì, la mia più celestiale casa, proprio lì, in mezzo alle stelle. Non avevo chiesto altro alla vita, se non quello di ballare. Eppure per la famiglia e in casa, la danza non veniva vista positivamente. Fin da piccola, infatti, mi era stato spesso proibito di poter danzare, e se solo provavo a indossare delle vesti colorate in cui volteggiare leggera, venivo etichettata dalla mia stessa famiglia, come se il mio, fosse un comportamento sdegnoso, provocatorio, o che peggio ancora, non mi avrebbe permesso di guadagnare soldi con cui poter vivere. Non riuscivo a capire il perché. Possibile che danzare fosse considerato provocatorio o sdegnoso? Possibile che per poter fare qualcosa che amavo, avrebbe dovuto per forza essere necessario dover guadagnare dei soldi? A causa di questa illogica e ridicola credenza, la piccola Raja che ero stata, si era quindi sentita costretta a chiudersi sempre di più nella sua camera per poter ballare senza essere vista da nessuno, in modo da poter continuare a far vivere diversamente quel sogno. Un giorno però, scoprii la meraviglia di poter danzare nel verde in mezzo ad un bosco, e a sentirmi ancora più felice di poter ballare insieme al vento e al fruscio delle foglie o delle fronde degli alberi. Quegli alberi erano così vibranti, che sembravano fluire e ballare insieme a me, come se fossi finita in un diverso cielo stellato, ma che potevo toccare sulla terra con i piedi scalzi. Presi l'abitudine di andare a ballare ogni giorno in quel bosco, nell'unico posto in cui mi potevo sentire davvero io, e libera di esprimere ciò che ero e che desideravo fare. Qualcosa però un giorno, cambiò tutto. Venni vista da un uomo che furtivamente iniziò a osservarmi danzare in quel bosco, per poi uscire allo scoperto ed elogiarmi come se avesse visto qualcosa di imperdibile o di raro. Mi disse che un uomo avrebbe apprezzato la mia danza, e che non avrei dovuto far altro che seguirlo. Nonostante la mia grande curiosità, mi opposi rifiutando di seguirlo, ma il giorno dopo, proprio in quel bosco, giunsero degli uomini che mi presero con la forza, obbligandomi ad andare proprio dall'uomo che avrebbe segnato, nel "bene" e nel "male", il mio nuovo cammino, per amore della danza. Venni trascinata al cospetto di Muyassàr Nadìr, il più ricco e bel sultano orientale che, appena mi vide, rimase talmente folgorato, da chiedermi quasi subito di restare a palazzo per lavorare ballando per lui assieme ad altre danzatrici. Muyassàr era un sultano pieno di fascino, di carisma, di poesia, di magia. Nei suoi occhi così intensi, profondi e magnetici, mi ci sarei persa fin dal primo attimo, se non fossi stata così angosciata, per il modo in cui quegli uomini mi avevano trascinata via da quel bosco, anche se per arrivare a quel meraviglioso uomo. Ma Muyassàr nascondeva anche qualcosa di differente, che scoprii solo diverso tempo dopo. Prima di arrivare alla scoperta di una deludente verità su di lui, Muyassàr riuscì comunque a conquistare la mia fiducia, assicurandomi un lavoro come danzatrice di palazzo, e permettendomi di vivere in quel lussuoso posto assieme ad altre danzatrici. Il mio sogno di danzare sembrava ad un passo dall'essere realizzato per poterlo far durare anche tutta la vita, e in un contesto incredibilmente fiabesco, perfino migliore e oltre ogni mia aspettativa. Che cosa avrei potuto desiderare di più? Sembrava essere proprio la realizzazione di quello che avevo così tanto spesso sognato dentro di me, anche se in un contesto differente. L'essere stata portata però in quel palazzo, fu l'inizio di qualcosa di incredibilmente bello, fiabesco, magico, ma allo stesso tempo, fu anche la mia "condanna" al nascondermi, e ad iniziare a rifiutarmi di danzare, perché mosso da una distorta ed eccessiva gelosia, Muyassàr iniziò a farmi sentire come se fossi una delle sue proprietà. Quando scoprii la vera motivazione per la quale Muyassàr era diventato così ricco, mi sentii costretta a fuggire da palazzo ripetute volte, perché i suoi uomini riuscirono sempre a trovarmi per riportarmi a palazzo. Quella stancante dinamica, durò fino a quando trovai un modo per nascondermi diversamente, decidendo di spacciarmi per una monaca all'interno di un monastero, ignara che anche lì dentro, qualcosa avrebbe cercato di ostacolarmi, nel tentativo di sporcarmi e di violare il mio femminile. Il resto lo racconterò strada facendo, a partire dai giorni in cui iniziai a nascondermi nel monastero, e dal quale riuscii a fuggire solo grazie all'incontro con un giovane di nome Zuri, che una notte trovai disteso sulla lapide di un cimitero situato vicino il monastero. E' stato grazie a Zuri se sono riuscita a lasciare il monastero, e ad iniziare di cercare di liberarmi ancora una volta dagli uomini di Muyassàr, incaricati come sempre di riportarmi a palazzo, come se il destino mi avesse voluta far tornare sempre e solo lì, in quel palazzo e da quell'uomo così incredibilmente magico, ma allo stesso tempo così dominato dal desiderio di un tipo di possesso che, improvvisamente non era più riuscito a controllare. L'amore per rincorrere il sogno della danza mi ha portata a fuggire, ma forse é stato proprio attraverso l'amore per la danza, che ho potuto capire qualcosa di importante di me, qualcosa che prima non ero ancora riuscita a vedere, e da cui ho continuato a fuggire da chissà quanto tempo. La vita é proprio come dei passi di danza: a volte solitari, a volte in coppia, a volte in gruppo, a volte delicati, a volte passionali, a volte saltellanti, a volte accesi, a volte ripetitivi, a volte saltuari. Potrei andare avanti per ore a parlare della danza, ma preferisco raccontare di me un po' alla volta, proprio come dei passi di danza, uno dopo l'altro, nel suggestivo mistero del sentiero da percorrere ballando, per poter finalmente raggiungere il più magico luogo così tanto desiderato e sognato, tra speziati profumi, note orientali, e soprattutto tra le braccia di quell'uomo che così tanto aveva contemplato e amato proprio me e la danza, che fin da piccola avevo sentito così tanto parte di me. Un giorno qualcuno scrisse che é nel sogno che respirano le nostre anime. Non posso far altro che confermare una così preziosa affermazione, perché é stato proprio grazie alle immagini dei miei sogni, che ho potuto assaporare materialmente, l'incontro con quell'esotico uomo, che così magicamente era riuscito a toccare le armonie più celestiali del mio cuore, e al tempo stesso a spezzarle. Eppure dentro di me, il desiderio di poter riuscire a perdonarlo e rivivere quella magia, vibra ancora dentro di me e nel mio cuore. Se i desideri hanno davvero un così grande potere di poter essere realizzati, facendoli vivere dentro di sé, allora desiderio poter riuscire a perdonarlo e a riunirmi in quella speciale magica armonia, che ancora echeggia nel mio cuore e nel mio stesso e vitale respiro.

Raja

Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia