Attraversando la paura di poter vivere l'estasi piu' divinamente magica

Persia/Iran, palazzo reale

Raja é stesa sul letto della stanza di palazzo che le é stata assegnata dal personale al servizio di Muyassàr, quando sente improvvisamente qualcuno bussare dal corridoio, con un paio di decisi ma delicati colpi. La donna si solleva di scatto, alzando il viso verso la porta, con sguardo preoccupato.

"Raja!"

La voce del sultano proviene dall'esterno della stanza, facendo sussultare ancora di più la donna che, si mette seduta sul letto con il cuore che inizia a tamburellarle dentro il petto per l'agitazione. Raja si passa le mani fra i lunghi e neri capelli sciolti, guardandosi intorno come se stesse andando alla ricerca di una soluzione con cui evitare l'incontro con il sultano che, sicuramente ha bussato alla sua porta per chiederle la motivazione per la quale quella sera Raja non si é presentata  al balletto di palazzo.

"Ti chiedo di aprire la porta. So che sei lì, e che sei sveglia."

Sono le parole che Muyassàr pronuncia da dietro la porta. Raja si alza rapidamente andando ad afferrare il primo lungo indumento facilmente indossabile, per coprirsi maggiormente il corpo e andare verso la porta, consapevole che non avrebbe potuto ignorare Muyassàr lasciandolo dietro la porta e senza dargli nessun tipo di risposta. Raja apre lentamente la colorata e pregiata porta, restando dietro di essa con metà corpo, per poi sbirciare all'esterno vedendo l'affascinante sagoma del sultano che, quella sera indossa delle vesti bianche abbellite da decorazioni dorate, che mettono maggiormente in risalto la sua arabica carnagione, esoticamente abbronzata.

"Maestà."

Sussurra lei, con viso teso e preoccupato. Muyassàr la guarda tra l'incantato e il preoccupato.

"Spero di non disturbarti. Butrus mi ha riferito del tuo mal di testa, e sono venuto per assicurarmi che si tratti di questo e, non di altro. Concedimi di entrare per accertarmene."

"Ho preferito non ballare questa sera. Mi dispiace se ho deluso le aspettative, ma non me la sono sentita."

E' la garbata ma assertiva risposta della donna.

"Spero non sia un problema se, qualche volta dovesse capitare di non presentarmi per le danze. Per quanto io ami la danza..."

Inizia a spiegare all'uomo parlando quasi a raffica, ma il sultano la zittisce avvicinando un dito sulle labbra di lei, con un movimento lento e regale per non farla continuare in quella spiegazione.

"Ssst. So che non ti sei presentata per un mal di testa."

Le sussurra accompagnando quel gesto con uno sguardo penetrante e allo stesso tempo morbido, "pietrificando" la donna attraverso quel delicato gesto, quello sguardo e, quel sensuale sussurro che le fa sentire i brividi in tutto il corpo, nel solo ascoltare il suono emesso dalle labbra dell'uomo. In tremendo imbarazzo e disagio, come se il sultano avesse potuto leggerle la gamma di emozioni che le si stanno scatenando dentro, la donna cerca di mascherare quell'ondata di emozioni, ma Muyassàr fa un passo per entrare nella stanza, con un movimento lento e deciso, senza dar modo alla donna di opporsi. Subito dopo, l'uomo richiude la porta alle sue spalle.

"Maestà, io davvero non me la sono sentita di ballare. Ha forse importanza la vera motivazione o, il tipo di malessere per il quale sia stata impedita la mia danza? Domani ci sarò."

Raja cerca di tenere a distanza l'uomo sia fisicamente che con un tipo di linguaggio formale, ma anche questa volta, il sultano riesce a zittirla con il suo carisma.

"Questo termine: maestà, inizia a non piacermi pronunciato dalle tue labbra, Raja."

"Non capisco. Non dovrei più chiamarla così?"

Gli chiede sorpresa nel sentire una simile affermazione.

"Permettimi di conoscere la verità, su cos'é che questa sera turba i tuoi pensieri e la tua irrinunciabile passione per la danza, mio fiore."

Le chiede con parole che sembrano suonare di poesia. Raja resta alcuni attimi in silenzio con un disagio emozionale interiore sempre più crescente.

"Io...."

Due dita della mano di Muyassàr si protendono verso il mento di Raja, sollevandolo in una morbida carezza senza smettere di guardarla negli occhi.

"E' per il bacio di ieri, vero? Ti ho messa in imbarazzo per averti baciata. E' così?"

A quel contatto, Raja socchiude per un breve istante gli occhi, e il solo ripensare a quel bacio, la fa immediatamente vibrare dentro.

"Permettimi di conoscere le tue emozioni e di aiutarti a capire che, non c'é nulla da temere, mio fiore ancestrale."

"Non é per il bacio."

La mano di Muyassàr scivola via dal viso di Raja, mentre la scruta con occhi visibilmente scettici.

"E' per il bacio."

Rettifica Raja subito dopo, rendendosi conto di comportarsi peggio di un'adolescente, e consapevolizzando di essere arrivata al punto di mentire sulle sue vere emozioni, per timore di ammettere di aver provato gioia e piacere nell'essere stata baciata da quell'uomo, e non solo per il tipo di ruolo che Muyassàr ricopre, ma soprattutto per il tipo di potere che il sultano sembra esercitare sul suo femminile, capace di vibrare intensamente e con facilità, in presenza di quell'uomo.

"L'avevo immaginato e, sentivo che era una menzogna."

Raja abbassa lo sguardo.

"Mi spiace aver mentito. Non é da me, e non capisco perché l'abbia fatto."

"Permettimi allora di aiutarti a capire il perché."

Muyassàr allunga una mano verso una delle mani di lei, rivolgendo e ruotando il palmo verso l'alto, come per invitarla silenziosamente ad un ballo. Raja guarda per alcuni istanti quella mano, senza osare riuscire nemmeno a sfiorarla.

"A meno che, tu non lo sappia già, Raja. In tal caso, ti chiedo di condividerlo con me, per aiutarmi a comprendere."

Raja tentenna, e Muyassàr le prende la mano con gesto lento, delicato ma deciso, quindi intreccia le sue dita con quelle di lei, innescando una sorta di scossa in Raja che, le fa quasi annebbiare la vista.

"Sediamoci, mio diamante ancestrale."

Muyassàr la conduce verso il letto, tenendola per mano, per poi farla sedere sul materasso, accompagnandola nel movimento con un cavalleresco gesto della mano, quindi si sede accanto a lei.

"Maestà, non credo che questo sia il luogo più adatto per parlare di questo."

"Non é abbastanza intimo? O preferisci andare in una delle altre vaste sale, con occhi e orecchie indiscrete che, potrebbero sentire ogni tua e nostra parola, su ciò che ti turba?"

Ancora una volta, Raja si trova in condizione di non poter replicare opponendosi, perché Muyassàr sembra avere il potere di spingerla morbidamente verso il coraggio di esternare le sue vere emozioni e paure.

"Ho mentito. Ammetto di non aver avuto nessun mal di testa. Non mi sono presentata allo spettacolo perché non avevo il coraggio di riguardare il sultano di questo palazzo, dopo il bacio che mi ha dato."

Confessa la donna, trovando il coraggio di esternare i suoi disagi.

"E che cosa temevi da questo sultano, se l'avessi riguardato dopo quel bacio?"

Per alcuni istanti, Raja sofferma il suo sguardo in quello intenso dell'uomo, poi scuote la testa un paio di volte tornando a chinare il capo. Muyassàr le solleva il viso con la leggera pressione di un dito sotto il mento di lei, per riportare lo sguardo della donna su quello di lui.

"Svelami la tua paura, per aiutarti a scoprire che non c'é' proprio nulla da temere da me, perché quello che desidero, è solo poterti donare tutto quello che possa darti benessere, soddisfazione, e appagamento, sotto ogni più possibile aspetto. Se non ci credi, permettimi di dartene prova, o forse il mio bacio ti ha portato malessere o insoddisfazione?"

Raja resta nuovamente sorpresa per le parole che Muyassàr pronuncia, e per il tipo di sensibilità che aleggia in quell'uomo, continuando a far amplificare in Raja, un inspiegabile appagamento interiore, capace di farle provare una gioia talmente bella, da farla sembrare surreale.

"E' questo?"

Le sussurra percorrendole le labbra con un dito, senza staccarle gli occhi di dosso, e trasmettendo alla donna, una grande estasi nel solo guardare quelle labbra incorniciate da un morbido e sensuale pizzetto nero che, si dirama ai lati del mento in una leggera barbetta sfatta e incolta, ma incredibilmente sensuale.

"No..."

E' in risposta il sussurro di Raja, rendendosi conto che non avrebbe potuto avere nessun tipo di chissà quale drammatica paura, a meno che il suo timore, avesse potuto essere proprio quello di permettere di poter ricevere delizia nei sensi, e di poter vivere particolari emozioni, da parte di un uomo simile, come se per lei, quel tipo di uomo, avesse potuto essere "troppo". Quale parte di lei sta vivendo nella credenza di dover proibire una così tanta bellezza emozionale? Da dove stava provenendo quella limitante regola interiore, secondo la quale, lei non avrebbe potuto ricevere o meritare qualcosa di così incredibilmente magico e vibrante da un uomo? Forse perché si tratta di un tipo di uomo, ritenuto troppo "elevato" per lei, per un discorso di ceto sociale, di appartenenza o di provenienza? Eppure quel sultano, sembra perfino voler continuare ad elogiare magistralmente proprio lei, trattandola ancora meglio di una regina, nonostante Raja sia solo una semplice danzatrice, mentre lui un vero e proprio uomo di potere e di prestigio.

"Quel bacio ha portato a tutto, tranne che malessere. Forse é questo quello che mi spaventa. Che possa esistere qualcosa di così bello da poter provare."

"Se provi questo, mio fiore, allora permettimi di farti vedere che, non solo può esistere, ma che puoi provarlo, viverlo e assaporarlo ogni volta che lo desidererai. Io sarò qui, pronto ad esaudire ogni tuo desiderio di qualunque genere. Non devi far altro che chiedere, e lo avrai."

Le sussurra l'uomo, accarezzandole un lato del viso e, guardandola come se non aspettasse altro di poter ricevere il permesso o la conferma, di esaudire il desiderio della donna. Il sultano resta in attesa con occhi annebbiati dal desiderio di poter riunire le labbra a quelle di lei. Raja socchiude gli occhi, come se fosse già in estasi nel sentire quelle parole pronunciate con vibrante sincerità e profondità, tanto da lasciarsi sfuggire un sospiro di desiderio con tale grazia e sensualità, da innescare l'azione immediata di Muyassàr che, incapace di restare immobile, le cattura le labbra in un acceso e lungo bacio, portando questa volta Raja, ad abbandonarsi alla bellezza e ad un tipo di magia che, solo le labbra di quell'uomo sembrano avere il potere di sprigionare. L'azione del sultano le fa perdere in un attimo la cognizione dello spazio e del tempo, soprattutto quando le mani dell'uomo, si aderiscono al corpo della donna per avvicinarla ancora maggiormente a lui, annullando la distanza di quel contatto che, porta entrambi a vivere la più afrodisiaca estasi attraverso un solo bacio, trascendendo chissà quali dimensioni. Quando Raja si stacca dalle labbra dell'uomo, fissandolo con occhi ancora offuscati dalla passione, la donna vede il sorridente e incantato sguardo dell'uomo nel suo.

"Che io possa avere l'onore e il privilegio di poter appagare queste tue labbra, ogni volta che lo desidererai, mia oasi di solenne beatitudine. Possa essere anche io, la tua più appagante oasi di benessere, ogni volta che lo vorrai e desidererai."

Raja resta in un sospeso momento che, sembra averla catapultata in un'altra dimensione per alcuni istanti, per poi vedere l'uomo alzarsi dal letto, invitando Raja a dargli la mano accompagnandola nel movimento di farla alzare subito dopo di lui.

"Possa questa notte portarti alla liberazione delle tue più recondite paure che, fin'ora ti hanno impedito di poter assaporare la magia dei sensi e delle emozioni più celestiali."

Dopo le ulteriori parole di Muyassàr che, inevitabilmente toccano altre profonde corde interiori di Raja, l'uomo indietreggia verso la porta della stanza, scegliendo di dare spazio, tempo e modo a Raja, di integrare le nuove vibranti ondate di magia e bellezza che, la donna ha scoperto di aver temuto, ma che attraverso lui, le stano chiedendo di poter essere accolte e vissute nelle più infinite e inaspettate modalità che, la donna avrebbe iniziato a conoscere proprio grazie a quel sultano.

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